TRASFERIMENTO DATI PERSONALI FRA UNIONE EUROPEA E STATI UNITI

Come già vi segnalavamo in una delle nostre precedenti circolari la questione della liceità del trasferimento dei dati personali di cittadini dell’Unione Europea negli Stati Uniti, è ancora aperta e lungi dall’essere risolta.

Onde evitare una sottovalutazione del problema, sottolineiamo che tale eventualità non è remota: basta che la società che fornisce servizi di archiviazione in cloud utilizzi server farms situate negli USA, oppure che, per fini di profilazione, vi avvaliate dei cookies di terze parti che archiviano i dati negli USA, per potervi trovare di fronte a problemi ed eccezioni da parte di vostri clienti con il rischio di possibili sanzioni. Va precisato che, allo stato attuale, molti di tali problemi sono stati risolti con accordi particolari la cui modulistica è stata approvata dal Garante Privacy europeo e, tuttavia, è bene verificare puntualmente la contrattualistica utilizzata.

Tornando all’oggetto, più sopra scrivevamo che la questione è ancora aperta, nonostante che nell’ottobre dell’anno scorso, a seguito di intense trattative, fosse stato emesso dal Presidente USA l’Excentive Order 14086. Successivamente la Commissione UE aveva approvato ha Decisione di Adeguatezza ed ha poi avviato l’iter di approvazione da parte degli altri organismi della UE, in primo luogo il Parlamento europeo il quale, però, ha espresso il suo parere negativo il 14.02.23. A tale parere negativo si è ora aggiunta l’opinione negativa del garante Privacy europeo.

Senza scendere nel merito delle obiezioni mosse dal Garante, basti dire che le maggiori perplessità riguardano la tutela dei dati dei cittadini europei nel caso in cui agli stessi abbiano accesso le Agenzie di intelligence americane.

Ancora una volta, quindi, raccomandiamo prudenza nell’utilizzo di cookies di terze parti e verifiche puntuali nel caso di utilizzo di servizi cloud con base negli USA.

Avv. Giampiero Pino Avv. Niccolò Pino

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